
Calendula officinalis L.: aromatica e resinosa; foglie ottime spadellate o in risotto, le infiorescenze associate alla menta per il pesto, oppure utilizzate nei dolci.
Forsythia viridissima Lindl.: fiori dolcissimi e al sapore di miele: sono l’unica parte commestibile della pianta! Si possono utilizzare per sciroppi, gelati, sorbetti, zucchero colorato, per i dolci.
Bergenia crassifolia (L.) Fritsch: fiori acidi e erbacei, da crudi il sapore non permette di mangiarli. Il top è fermentarli, anche le foglie possono essere utilizzate per diverse preparazioni, ma prima vanno sbollentate per rendere il sapore più gradevole.
Viola odorata L.: fiori dolci e acidi. Molto profumata, può essere utilizzata sia in cucina che in cosmesi.
Primula vulgaris Huds.: fiori dolcissimi e al sapore di miele. Foglie al sapore di anice. Ottima per piatti dolci e salati, sorprendente in liquoristica.
Rumex acetosa L. subsp. acetosa: acidissima, ottima fermentata, per salse di accompagnamento e nei panificati: provatela nelle vostre focacce!
Taraxacum group: le infiorescenze sono dolcissime! Si usano in cucina sia cucinate direttamente (risotto, pasta fresca, omelette ecc) che “capperizzare” sotto sale, in aceto, in agrodolce, fermentate. Con le infiorescenze potete fare anche lo sciroppo, il gelato, torte spaziali e rimedi cosmetici! Ottimo è il tonico e l’oleolito.
Magnolia x soulangeana Soul.-Bod.: sapore di zenzero. Fermentate, in agrodolce e in sciroppo danno il meglio di sé. Ma sono sorprendenti anche al forno ripiene di funghi.
Muscari neglectum Guss. ex Ten.: profumatissimo con note vinose. Si può usare sia in cucina che in cosmesi.
Ottimo per creare sode e essiccato per infusi.
Lamium purpureum L.: fiori dolcissimi e al sapore di miele, foglie pelose e amarine. Le foglie sono meglio cotte: provate il risotto o la frittata abbinandolo all’ortica oppure fate le orecchiette! Il lamio è anche un ottimo schiarente, sotto forma di tonico, per le macchie della pelle!
COME SI RACCOGLIE?
1. Non ci si improvvisa. Bisogna studiare e seguire corsi con esperti. Non bastano i libri, servono i corsi: per riconoscere una pianta bisogna utilizzare, infatti, tutti i sensi: serve il tatto, perché la consistenza e la pelosità ci offrono indizi preziosi; serve l’udito perché alcune piante (come la Silene vulgaris) fanno un rumore caratteristico; anche l’olfatto e il gusto danno indizi molto importanti! Osservate e imparate una pianta alla volta, seguendone tutto il ciclo vitale. Non serve imparare più di 4/5 piante in un anno. L’importante è riconoscerle alla perfezione, e raccogliere solo quelle. Man mano che le conoscerete bene, potrete aggiungerne progressivamente altre. Anche perché, spesso, le erbe si raccolgono quando sono in rosetta basale e in quello stadio l’identificazione è particolarmente complessa, quindi, se non avete visto la stessa pianta anche fiorita e con i frutti non potete essere certi di cosa sia. Siate sempre severi con voi stessi e non date mai nulla per scontato. Dovete anche sapere cosa osservare. A volte anche solo la disposizione delle foglie sul fusto (opposte o alternate) ci permette di distinguere una pianta commestibile da una no. Per lo studio ci vuole tanto tempo? Sì. La natura insegna la lentezza, il rispetto, e insegna a osservare. Sono doni che ci possono solo rendere persone migliori.
2. Fate un foraging conservativo, prediligete, cioè, la raccolta delle piante invasive: ad esempio tra la Solidago virgaurea e la Solidago canadensis raccogliete sempre la Solidago canadensis: ha le stesse proprietà ma è un’alloctona invasiva!
Le radici andrebbero raccolte solo se la pianta è annuale o biennale. Se la pianta è perenne una volta che estraete la radice provochereste un danno di gran lunga maggiore. Comunque anche le radici delle piante annuali vanno raccolte con criterio, mai più di un 5%, in maniera tale da lasciarne molte che possano andare in seme.
3. Raccogliete solo quello che consumate! Una manciata di erbe è più che sufficiente per una cena! È inutile raccogliere kg e kg di erbe (ad esempio come vedo fare in alcune foto qua su questo o altri gruppi! O come capita in foto dove ci sono persone che prima raccolgono kg di erbe e poi chiedono se è commestibile!). Che senso ha? Le erbe ci sono tutto l’anno. Ogni settimana si possono raccogliere erbe diverse per arricchire le nostre tavole e provare sapori nuovi! La natura è generosa, l’unico vero pericolo è l’avidità (e stupidità) umana.
4. Informatevi sulle specie rare o protette nella vostra zona e NON RACCOGLIETELE PER NESSUN MOTIVO! Ripeto NON RACCOGLIETELE PER NESSUN MOTIVO!
5. Non raccoglierete in zone inquinate, lungo le strade e nei campi vicini a fabbriche e centri urbani. Se volete raccogliere in una proprietà privata (anche se non è recintata) prima chiedete di poterlo fare. Raccogliere solo da piante sane.
6. Recidete solo la cimetta apicale (parte superiore) della pianta, senza strappare le radici, o strappare il fusto. Non spogliate mai una pianta di tutte le sue foglie, fiori, bacche o semi, ma raccoglietene solo piccole quantità per esemplare, senza pregiudicarne l’aspetto e il benessere. Scegliere solo piante che crescono in abbondanza. Usate un paio di forbici per tagliare le cime o un coltello per staccare la rosetta, perché usando le mani può capitare più spesso di strappare tutta la pianta. Non bisognerebbe mai raccogliere più del 5 % di una particolare pianta o frazione di essa.
7. La raccolta dovrebbe essere distribuita su una vasta area, NON dovremmo MAI far notare il nostro passaggio, non dovremmo mai lasciare tracce, nessuno dovrebbe mai accorgersi che in quella zona abbiamo raccolto! NON SIAMO RUSPE ESCAVATRICI. RACCOGLIETE SEMPRE CON ESTREMO RISPETTO E CONSAPEVOLEZZA.
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