
La pasciona dei boschi è uno dei fenomeni più sorprendenti della natura. Alcune specie come querce, faggi e castagni, che si affidano all’impollinazione anemofila – cioè al vento che trasporta il polline – non producono frutti in maniera costante ogni anno. Al contrario, alternano stagioni di scarsità a un’annata eccezionale, in cui quasi tutti gli alberi della stessa specie si sincronizzano e riempiono il bosco di frutti come ghiande, faggiole o castagne. È proprio questa fruttificazione straordinaria che prende il nome di pasciona, dal latino “pascere” che significa “nutrire” e avviene ogni 10-15 anni.
La pasciona non è sempre uguale: può essere parziale, quando fruttifica solo una parte degli alberi, quelli che hanno la chioma maggiormente esposta al sole, oppure totale, quando quasi tutta la popolazione arborea (oltre l’80%) produce frutti in abbondanza. Coincide spesso con condizioni climatiche particolari: estate calda e secca due anni prima, estate umida l’anno precedente, seguite da una primavera-estate senza gelate tardive né siccità estreme.
Questo evento ha un ruolo fondamentale per l’ecosistema: i semi caduti a terra sono così numerosi da superare la capacità di consumo di roditori e altri animali, garantendo che una parte di essi possa germinare e dare nuova vita al bosco.
Ma gli effetti non si fermano qui. L’improvvisa disponibilità di cibo fa aumentare la popolazione di ghiri, arvicole e topi selvatici, e con loro crescono anche i predatori come gufi, civette e allocchi. È una sorta di effetto a catena e un perfetto esempio di come la natura sappia organizzarsi, generando ondate di vita che si ripercuotono lungo tutta la catena ecologica.
La pasciona, quindi, non è soltanto un evento spettacolare da osservare: è una vera e propria strategia di sopravvivenza, un meccanismo antico che permette al bosco di rigenerarsi e di restare in equilibrio. Ma attenzione che i cambiamenti climatici stanno modificando le regole del gioco: ciò che per secoli è stato l’habitat ideale del faggio, del castagno o delle querce oggi può diventare un ambiente ostile: un’estate più calda della norma o piogge meno regolari bastano per alterare il delicato equilibrio che regola la produzione e la diffusione dei loro semi.
Articolo di @forestpaola Forest Paola e capraecavoli.
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